Il gruppo Pittini si avvale della consulenza di VEM sistemi e di soluzioni di Schneider Electric per l’allestimento di un nuovo Data Center affidabile e a garanzia della Business Continuity.
Il gruppo Pittini è una realtà italiana leader nella produzione di acciai lunghi a basso tenore di carbonio destinati all’edilizia e all’industria. Grazie all’attività di 13 stabilimenti ubicati in 3 nazioni, il gruppo produce più di 2 milioni di tonnellate di acciaio l’anno seguendo l’intero ciclo dal rottame al prodotto finito, processo che consente di ottenere elevati standard qualitativi. La scelta dell’acciaio a basso tenore di carbonio è in linea con l’attenzione ai consumi energetici e al rispetto dell’ambiente, in uno scenario produttivo in cui il riciclo costituisce un aspetto fondamentale di tutte le fasi.
Il gruppo, che comprende più di 1.200 dipendenti, ha la sede principale a Osoppo (UD), in un campus che da poco ha visto la realizzazione di un nuovo Data Center a cui fa capo l’ICT di tutte le altre sedi e stabilimenti e da cui è erogata la totalità dei servizi. Si tratta di una scelta che rispecchia l’organizzazione dei Sistemi Informativi e il modello di gestione scelto dal gruppo: un Data Center centralizzato altamente affidabile e dalle elevate prestazioni, a zero rischio di indisponibilità, che eroga servizi a tutta l’azienda consentendo l’operatività in uffici e stabilimenti. Un obiettivo che è stato raggiunto anche grazie all’esperienza di VEM sistemi, scelta dal gruppo per la realizzazione del nuovo ambiente IT in cui tutta l’infrastruttura a supporto degli apparati – armadi di contenimento, gruppi di continuità, sistemi di condizionamento e distribuzione elettrica – garantisce il rispetto dei requisiti di Business Continuity. VEM, società specializzata nella consulenza in ambito ICT a supporto del business, ha progettato e fornito alle società del gruppo Pittini una piattaforma tecnologica basata su soluzioni Schneider Electric in grado di assicurare la disponibilità dei servizi senza interruzioni, con un impatto sull’operatività aziendale senza precedenti.
L’occasione per allestire un locale ad hoc per il Data Center si è presentata con la costruzione del nuovo edificio da adibire a uffici nel campus di Osoppo, in cui sarebbe stato ricavato uno spazio dedicato, ideato con il meglio delle tecnologie e delle infrastrutture in modo da cogliere al massimo tutte le opportunità di un progetto ad hoc. “Il gruppo Pittini fattura poco meno di un miliardo di euro l’anno“, sostiene Cristiano Di Paolo, Responsabile Sistemi Informativi. “I nostri stabilimenti produttivi sono in funzione 24×7, il dipartimento di logistica e spedizioni 15 ore al giorno, e non solo nella sede di Osoppo ma in tutte le aziende del gruppo, in Italia e all’estero. Qualsiasi downtime del Data Center si rifletterebbe automaticamente a tutti i livelli dell’azienda“. Più di 600 utenti, distribuiti tra le società di cui si compone il gruppo, sono connessi ai sistemi IT e utilizzano servizi e risorse aziendali. “Nessuno di noi può permettersi di subire un malfunzionamento del Data Center, che dev’essere sempre attivo e performante“.
Uno scenario in cui anche una migrazione tra una vecchia e una nuova infrastruttura può comportare dei problemi se non è supportata da un’architettura Data Center in grado di rendere il passaggio trasparente e abbattere il rischio di imprevisti. In questa fase, il lavoro di collaborazione tra il team in forza al gruppo Pittini, formato da Di Paolo e dai collaboratori Davide Bronzin e Massimo Di Lenardo, insieme ai tecnici di VEM sistemi, ha fatto la differenza mettendo a segno un progetto di successo.
Il Data Center di partenza era già stato ampliato con una componente di ridondanza a seguito di un investimento in cui erano state realizzate due infrastrutture parallele tali per cui, in caso di fault di una, automaticamente l’omologa poteva assumersi in carico la gestione della rete. L’infrastruttura comprendeva già una soluzione di continuità Schneider Electric, che per il nuovo ambiente è stata sostituita con un UPS Symmetra PX All-In-One 16kW (N+1), modulare e scalabile fino a 48 kW. Il sistema di condizionamento esistente InRow RD è stato invece raddoppiato per garantire ridondanza (2N) e consentire di mantenere in sicurezza le condizioni ideali del Data Center. “Abbiamo sfruttato la possibilità di progettare il Data Center ex novo aggiungendo diversi accorgimenti architetturali all’infrastruttura“, aggiunge Di Paolo, “a partire da due linee separate di alimentazione che terminano in due trasformatori di separazione, l’impianto di climatizzazione e gli isolatori sismici su cui poggia la struttura “. Si tratta di una tecnica utilizzata di norma nelle sale operatorie che mette anche le sale server al riparo dalle scariche elettriche e dalla corrente vagante. Lo spazio all’interno del Data Center è stato dimensionato per permettere un futuro raddoppio delle apparecchiature portando così l’affidabilità ad un livello di 2 (N+1).
Il nuovo Data Center, dal punto di vista dell’efficientamento energetico, è oggi in linea con gli stessi criteri con cui è stata allestita la nuova palazzina uffici, che sfrutta tecnologie all’avanguardia quali la cogenerazione con l’acqua degli stabilimenti per il riscaldamento e, e per il raffreddamento, l’utilizzo di falde acquifere naturali presenti sotto la sede. “La scelta del sistema di condizionamento InRow di Schneider Electric, che consente di raffreddare solo i punti in prossimità degli apparati il cui surriscaldamento può mettere a rischio il funzionamento del Data Center e non l’intero locale, riflette la nostra filosofia di massima efficienza e rispetto dell’ambiente“, aggiunge Di Paolo. “Pur costituendo solo una parte dei consumi aziendali, anche il Data Center rientra in uno sforzo di controllo degli sprechi energetici“.
Il tutto all’interno di una soluzione di contenimento InfraStruxure Data Center, che, oltre a integrare alimentazione e condizionamento, consente di assemblare componenti standard per la creazione di configurazioni modulari flessibili e facilmente ampliabili. “Con la soluzione Schneider Electric ci è stato possibile ottimizzare gli spazi e curare dettagli come il cablaggio tra gli armadi con le canalette ubicate sul tetto degli stessi, evitando la collocazione sotterranea“, sottolinea Di Paolo. Questo consente una grande facilità di gestione di eventuali modifiche della configurazione o maggiore velocità di intervento in caso di problemi, abbattendo il rischio di errori grazie alla disposizione e all’ordine dei collegamenti. “Con il supporto delle best practice Schneider Electric e delle competenze interne abbiamo ottenuto una padronanza assoluta di ciò che è contenuto nel Data Center, marcando ogni cavo e ottimizzando al massimo il passaggio tra un armadio e l’altro. Un aspetto che, oltre al vantaggio nell’immediato, consente benefici in proiezione futura, quando occorrerà apportare modifiche alla configurazione e ci sarà possibile procedere molto più facilmente rispetto a prima“.
A ciò si va ad aggiungere il fattore estetico del nuovo Data Center, che riflette in toto la funzionalità, l’efficienza e l’ordine del cablaggio. “Il risultato è stato molto soddisfacente anche dal punto di vista visivo, una conseguenza dell’attenzione con cui il progetto è stato approcciato e la cura che è stata riposta nell’efficienza complessiva del sistema“.
Una volta allestiti i nuovi spazi, è stata portata a termine la migrazione dei dati, muovendo gradualmente tutti i servizi dalla vecchia alla nuova infrastruttura, anche questo grazie al lavoro di partnership con VEM sistemi. “Dopo qualche mese di prove, simulando velocità di trasmissione dei dati e alcune tecniche di migrazione, abbiamo spostato sistemi e storage in un weekend, migrando il centro stella del network di gruppo a caldo“, aggiunge Di Paolo. Un’operazione che è stata messa a punto nei minimi dettagli e che, pur con qualche imprevisto superato grazie all’esperienza di tutti, ha permesso alle aziende del gruppo Pittini di inaugurare un nuovo corso con una nuova infrastruttura a disposizione, adeguata alle crescenti esigenze del business. “VEM è un partner con cui abbiamo instaurato un rapporto proficuo, partito con una richiesta iniziale di un nuovo gruppo di continuità e sviluppato con un progetto molto consistente“, conclude Di Paolo. “L’attenzione per la pianificazione dei lavori, per le nostre necessità specifiche, unita alla possibilità di confronto, sul piano tecnico, con i loro specialisti molto competenti in materia, ha permesso la nascita di una partnership che sta proseguendo anche su altre attività, in modo vantaggioso per entrambi“.
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