Piquadro è un marchio italiano di pelletteria professionale e per il viaggio che realizza articoli dal design innovativo e dall’alto contenuto tecnologico. Si tratta di prodotti in cui emergono fattori quali la lavorazione artigianale italiana, la qualità dei pellami pregiati e la cura per i dettagli, elementi che rispecchiano i tre valori distintivi che ispirano il marchio: design, funzionalità e tecnologia.
Piquadro vende i suoi prodotti in oltre 50 paesi nel mondo attraverso una rete distributiva che include, tra Italia ed estero, circa 100 boutique monomarca. Nell’anno 2012/13 il fatturato consolidato del Gruppo è stato di 56,3 milioni di Euro con un utile netto consolidato di 3,2 milioni di Euro. Il Gruppo Piquadro impiega circa 693 dipendenti nel mondo. Dall’ottobre 2007 Piquadro SpA è quotata alla Borsa Italiana.
L’azienda è stata fondata nel 1987 da Marco Palmieri, che riveste tutt’ora il ruolo di Presidente e Amministratore Delegato. La sede è un avveniristico edificio costruito nel 2007 a Gaggio Montano, un paese sulle colline dell’Appennino Tosco-emiliano a metà strada tra Bologna e Firenze. Qui vengono svolte le fasi di design, progettazione, pianificazione, acquisti, controllo qualità, logistica, marketing, comunicazione e distribuzione.
A conferma del forte orientamento all’innovazione, Piquadro si è recentemente resa protagonista di un importante progetto di evoluzione del Data Center in ottica Business Continuity grazie alla consulenza di VEM sistemi. Oggi, grazie alle nuove tecnologie di virtualizzazione e di ottimizzazione dei consumi, Piquadro può contare su una infrastruttura ad alte prestazione e a elevata disponibilità, a tutto vantaggio del business.
La continuità dei servizi è un fattore fondamentale di cui un’azienda quotata in borsa come Piquadro deve necessariamente tener conto. Ciò comporta la necessità di adozione di una piattaforma tecnologica moderna e adeguata alle nuove sfide. Nel corso della sua storia, Piquadro aveva adottato una strategia di distribuzione dei servizi su macchine diverse in modo tale da garantire, in caso di indisponibilità di un server, il funzionamento degli applicativi non residenti su di esso al fine di circoscrivere il danno generato dal guasto hardware. Una architettura che risultava superata dall’evoluzione della tecnologia per i Data Center e dalla diffusione della virtualizzazione come visione più adeguata alle nuove esigenze di semplicità di gestione, contenimento dei costi e ottimizzazione dei consumi energetici.
“Il risultato era un Data Center composto da numerose macchine datate”, afferma Paola Vivarelli, Responsabile Sistemi Informativi di Piquadro S.p.A, “su alcune delle quali difficilmente si sarebbero potuti attivare ulteriori servizi di manutenzione”. Si era quindi percepita l’esigenza di aumentare l’affidabilità e la sicurezza della infrastruttura IT, grazie alla ridondanza tipica dei progetti di virtualizzazione e business continuity. Occorreva infatti poter garantire continuità di funzionamento all’azienda in caso di problemi sui server fisici. Piquadro è un’azienda quotata in borsa con obiettivi di fatturato impegnativi che non può rinunciare a un sistema a garanzia dell’operatività. “Dal Data Center dipende tutto il funzionamento dell’azienda, non potevamo permetterci ad esempio un fermo del magazzino automatico o il blocco dell’applicativo gestionale”. La necessità di ridondanza dei servizi core business era quindi fuori discussione.
Senza contare l’impatto della vecchia infrastruttura IT sui consumi. “Le macchine di vecchia generazione generavano calore difficilmente dissipabile”, aggiunge Vivarelli. “Il sistema di condizionamento non riusciva a ridurre la temperatura in modo adeguato, e il calore metteva ulteriormente a rischio i dati aziendali e, di conseguenza, la produttività dei colleghi. Uno svecchiamento della componente hardware si prefigurava come un passo fondamentale”.
Il progetto è stato avviato a inizio 2012 a seguito di una gara a cui ha partecipato anche VEM sistemi, che, a detta di Vivarelli, è risultata essere l’azienda più pronta, più competente nel settore e con maggiore esperienza. La soluzione messa in campo da VEM sistemi ha previsto la completa virtualizzazione della sala server attraverso l’utilizzo di soluzioni Cisco, NetApp e VMware.
Parallelamente al progetto di virtualizzazione Vem ha realizzato un sito di business continuity con le stesse caratteristiche tecnologiche della sala server principale, dal momento che il fattore sicurezza al servizio della continuità operativa era stato un requisito di partenza del progetto. “Si tratta di un nodo distanziato in cui viene effettuato un allineamento quotidiano di tutte le principali macchine virtuali”, aggiunge Vivarelli. Il sito di appoggio consentirà, in caso di fault della sala server principale, l’esecuzione delle macchine virtuali più importanti in grado di garantire il funzionamento dei servizi fondamentali per l’attività di Piquadro, a partire da gestionale, magazzino automatico, Sales Force Automation e software per la gestione retail.
La scelta di una architettura di Data Center virtualizzato ha consentito inoltre a Piquadro di ottimizzare gli spazi dedicati ai server. “La soluzione proposta da VEM ci ha consentito di ridurre l’ingombro dei 20 server utilizzati in precedenza in un solo armadio, una struttura molto più snella e facilmente manutenibile”.
Secondo Andrea Giuliani, Cloud Technology Team Leader di VEM sistemi, si è trattato di una sfida tutt’altro che banale, considerando la situazione da cui Piquadro partiva e gli obiettivi che l’azienda si era posta. “Collaborare a progetti di questo livello ci consente di mettere in campo la nostra esperienza in materia di Data Center e virtualizzazione”, sottolinea Giuliani. “Le aziende innovative come Piquadro colgono il reale valore di una infrastruttura moderna che deve oltre a rispondere alle esigenze contingenti essere in grado di crescere con il proprio business”.
Non a caso, nelle aziende moderne l’informatica e le reti sono sempre più avvertite come servizi irrinunciabili dati per scontato, commodity la cui indisponibilità è fuori discussione. I benefici di una infrastruttura di Data Center affidabile e performante e al riparo da rischi di downtime non sono quindi percepiti come un valore aggiunto. Ma chi gestisce il business è sempre più consapevole che una piattaforma ICT che non dia problemi è il fattore che mette in condizione tutta l’azienda di funzionare al meglio. “L’amministrazione di Piquadro è fortemente orientata all’innovazione”, sottolinea Vivarelli, “e il passaggio a una architettura virtuale è stato visto molto positivamente come piattaforma abilitante per la produttività aziendale”. Il fatto che il progetto sia stato portato a termine in modo molto trasparente e senza impatti (disservizi o rallentamenti operativi) nel corso della migrazione alla nuova piattaforma fa parte del successo raggiunto. “L’azienda è complessivamente molto più serena e può comunicare ai propri investitori di svolgere il proprio lavoro con un livello di sicurezza IT adeguato”.
Il nuovo Data Center di Piquadro è stato inoltre pensato secondo i paradigmi del Green IT, una tematica sulla quale le aziende sono sempre più attente per coniugare, grazie all’innovazione tecnologica, il profitto alla sensibilità ambientale. “Dopo l’attività di virtualizzazione abbiamo immediatamente constatato un notevole calo della temperatura nella sala macchina con conseguente riduzione del consumo energetico”. Dotarsi di dispositivi di nuova generazione, pensati per supportare la aziende senza gravare sui costi di esercizio, costituisce un investimento intelligente e lungimirante per abbattere gli sprechi e i consumi. “Visitando la sala server ci si rende conto dell’effetto termico dei nuovi apparati. Avevamo molte aspettative da questo punto di vista, i risultati sono stati ancora superiori”.
Anche il giudizio sull’operato di VEM sistemi è positivo su tutti i fronti. “VEM sistemi ha realizzato un ottimo progetto in ambito virtualizzazione e parallelamente su progetti di rinnovo del dominio e della posta elettronica”, conclude Vivarelli. “Il suo apporto è stato decisivo”.
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