Crif sceglie tecnologie all’avanguardia per una nuova infrastruttura ad alta affidabilità, scalabile e adatta a sostenere l’attivazione rapida di nuovi servizi per il business, il tutto grazie all’esperienza di VEM sistemi.
Crif è una multinazionale specializzata nello sviluppo e nella gestione di sistemi di informazioni creditizie, soluzioni di business information e di supporto decisionale oltre ad essere stata la prima agenzia di rating italiana registrata a livello comunitario. La società, fondata a Bologna nel 1988, opera in Europa, America, Africa e Asia al servizio di banche, società finanziarie, assicurazioni, utility e aziende di vari settori, fornendo supporto in tutte le fasi di relazione con i clienti: dall’acquisizione alla pianificazione delle strategie di sviluppo, fino alla gestione del portafoglio e dei crediti insoluti.
Oggi Crif è leader, non solo in Italia, nel settore delle Credit Information in ambito bancario e uno dei principali operatori a livello internazionale nei servizi integrati di Business & Commercial Information e di Credit & Marketing Management. Non a caso annovera tra i propri clienti più di 3.100 banche e società finanziarie e oltre 25mila aziende in tutto il mondo. Presso Crif operano circa 1.600 dipendenti, distribuiti tra le numerose sedi delle società controllate in Italia e all’estero.
Quello di Crif è uno scenario organizzativo che vede l’innovazione tecnologica alla base di uno sviluppo costante. Per mantenere il proprio vantaggio competitivo, Crif deve avere a disposizione infrastrutture di Information & Communication Technology tali da poter integrare e fornire, ai propri clienti, patrimoni informativi di elevata qualità e completezza, su piattaforme e servizi altamente specializzati. Con questo obiettivo, Crif si è rivolta a VEM sistemi per dare vita a un progetto di modernizzazione dell’intera rete e dei suoi apparati in modo da dotarsi di un’architettura ancor più flessibile, scalabile e in grado di fornire prestazioni tali da supportare, con la massima affidabilità, i servizi erogati, accelerandone anche i tempi di allestimento.
La sfida che l’azienda si prefiggeva era quella di evolvere dall’ambiente mainframe nel quale operava spingendosi verso un sistema distribuito. Una vera e propria sfida per una realtà del finance. “Uno dei paradigmi della nostra architettura consisteva nell’isolamento degli ambienti”, sostiene Carlo Romagnoli, IT Director Distributed IT Operations di Crif. “Con la crescita della rete ci siamo scontrati con un livello della sua stabilità non più adeguato rispetto alle nostre esigenze e a quelle dei nostri clienti. Si necessitava quindi di un ambiente che fosse maggiormente stabile e che permettesse di eseguire le attività di manutenzione riducendo ulteriormente le probabilità di malfunzionamenti.
Nello specifico, il rischio era di trovarsi ad operare con un’infrastruttura di rete non più adeguata alle dimensioni che aveva raggiunto, in un settore in cui è cruciale disporre di tecnologie sempre all’avanguardia, tali da poter progettare nuovi servizi ed erogare sempre meglio quelli in auge. Un’esigenza, questa, che si rifletteva anche sulla velocità di risposta alle richieste e alle esigenze dei clienti di Crif.
“Il business si muove velocemente per cui era fondamentale diventare altrettanto rapidi a seguire il mercato”, aggiunge Paolo Marino, IT Manager – Network Operations.
Ma la sfida consisteva anche nel trovare il modo più adeguato in cui far evolvere l’ambiente e superare le potenziali criticità, tenendo conto della tecnologia che nel frattempo era profondamente cambiata. “La nuova rete che ci apprestavamo a disegnare doveva rispondere principalmente alle nostre esigenze di stabilità e di flessibilità, per mantenere un elevato livello di prestazioni e agevolare al meglio il cambiamento in risposta al nostro business”, sottolinea Romagnoli.
Il tutto, ovviamente, tenendo conto dell’investimento da affrontare per una trasformazione così importante a fronte degli obiettivi e dell’onere della gestione e manutenzione di un’infrastruttura con tali caratteristiche. Senza contare, poi, la necessità di procedere malgrado il tempo necessario e gli inevitabili impatti sulla produttività.
“Cambiare una rete implica che tutto ciò che vi sta sopra in qualche modo si fermi, con macchine, e quindi servizi, da riavviare”, continua Romagnoli. Passaggi che, anche se svolti in orari notturni o nei fine settimana, possono avere conseguenze sul business. “Era quindi fondamentale procedere con grande chiarezza su ciò che avrebbe determinato questo processo e su quale sarebbe stato il risultato finale, tenendo conto che ciò che viaggiava sulla rete non ne avrebbe dovuto risentire”.
In aggiunta a questo, Crif voleva ottenere un sistema di controllo più efficace dell’infrastruttura, che consentisse di avere un maggior numero di informazioni sull’utilizzo della rete e sulle informazioni che vi transitano, in modo da poter intervenire più prontamente in caso di problemi di fault o di fail over. “Crif vende informazioni, i sistemi informativi sono alla base del nostro business”, aggiunge Marino.
A partire dal 2010 Crif ha così dato il via a un progetto di innovazione tecnologica per l’adeguamento dell’architettura di rete dedicata ai servizi, il tutto grazie alla preziosa consulenza di VEM sistemi. Lavorare a un cambiamento così strutturale implicava, innanzitutto, il rischio di interferire e creare disservizi con l’operatività dell’azienda. Per questo grande cura è stata posta, in fase di analisi delle complessità, a mantenere una totale trasparenza per clienti e utenti in fase di implementazione. L’obiettivo era di portare in un arco temporale di circa un anno – poi rivelatosi di 8 mesi – Crif a ottenere un’architettura di rete completamente rinnovata.
La nuova rete è stata sviluppata su due siti, la sede di Bologna e una filiale nei pressi del capoluogo in cui è presente la struttura di Business Continuity, ed è costituita da quattro Cisco Nexus 7000 più 25 apparati Cisco Nexus 2000 utilizzati per dare accesso ai server. “Grazie a VEM sistemi abbiamo messo a punto sia il progetto di core con l’introduzione dei dispositivi Cisco, che tutta la componente di security con Checkpoint in aggiunta alla parte di firewalling”, sottolinea Marino. Il progetto ha anche compreso la re-ingegnerizzazione della suddivisione della rete, ovvero il modo in cui è organizzata la rete a livelli logici, e la rivisitazione completa del sistema di accesso a Internet andando a creare un sistema più robusto di quello precedente e più flessibile, in modo da dare la possibilità di aggiungere e modificare i provider utilizzati per la connessione ma in maniera trasparente. Crif si è anche dotata di un’architettura di rete adatta a interconnettere tutte le sedi e gli uffici remoti per collegare e dare servizi a tutti gli uffici distribuiti a livello globale. È stata ottimizzata la gestione delle VPN, del punto di arrivo dell’MPLS e la messa in sicurezza delle porte di ingresso.
Non sono mancate le complessità, superate grazie anche all’esperienza consulenziale applicata al business di VEM sistemi, alcune di esse affrontate in maniera pioneristica. “VEM Sistemi ci ha proposto soluzioni mai utilizzate in altri contesti aziendali. Sono stati innovativi nell’utilizzare tecnologie di produttori che al momento non erano mai state implementate, almeno a livello nazionale”, dichiara Marino. Tra questi, l’architettura di apparati Cisco Nexus 7000 che prevede come best practice la compresenza di Cisco Nexus 5000 e Nexus 2000. “Abbiamo scelto di utilizzare un sistema operativo appena uscito che ci avrebbe consentito di non usare i Nexus 5000 ma di collegare direttamente i Nexus 2000 sui Nexus 7000. Questo ci ha permesso di raggiungere gli obiettivi che ci eravamo preposti da un punto di vista di flessibilità e di performance ma con costi più contenuti e riuscendo a ottenere il beneficio di avere un maggior controllo e una minore complessità del Data Center.”
Il progetto è stato interamente sviluppato a quattro mani tra il team dedicato al Networking di Crif e i tecnici di VEM. “Abbiamo comunicato i nostri requisiti a VEM che ha fatto alcune proposte via via modulate e riviste da noi in base a quelle che erano le effettive esigenze”, aggiunge Marino. Il ruolo di VEM, infatti, si è dimostrato decisivo sin dalla fase progettuale. “Siamo riusciti a creare un gruppo di lavoro coeso con lo staff di Crif”, dichiara Gabriella Attanasio, Direttore Tecnico di VEM, “mettendo a frutto la nostra competenza tecnica. Un fattore che è stato determinante in quanto il progetto, ad ampio spettro, comprendeva più di una tecnologia”. A ciò si sono aggiunte le modifiche in funzione delle problematiche emerse in fase di implementazione, a dimostrazione che le realtà come VEM sono fondamentali nell’adattare soluzioni di vendor su misura delle aziende. E anche nel caso di Crif, ciò ha consentito la definizione finale di un’architettura i cui benefici non si sono certo fatti attendere.
In fase di implementazione, l’obiettivo di salvaguardare la trasparenza nel passaggio dalla vecchia alla nuova infrastruttura è stato raggiunto in pieno. “Ci è stato possibile limitare al massimo i tempi di rallentamento nell’erogazione dei servizi. In fase di analisi avevamo previsto una decina di giornate non consecutive, ma in corso d’opera siamo riusciti a non andare oltre le quattro totali di fermo, nell’arco dei nove mesi in cui è state implementato il tutto”, conferma Marino. “Si è trattato di un risultato straordinario, dal momento che non era facile realizzare un lavoro così complesso con così poche conseguenze”.
Oggi, la piattaforma IT di Crif è molto più flessibile nei confronti del business. Inoltre, grazie alla nuova rete fornita da VEM sistemi il tempo necessario ad allestire nuovi servizi è stato ridotto drasticamente rispetto alle precedenti esperienze. Flessibilità anche percepibile nelle operazioni di aggiunta, modifica o sostituzione delle componenti di rete senza che ogni intervento generi l’indisponibilità dell’infrastruttura, come accadeva in precedenza. “Possiamo operare in maniera più agevole sugli apparati di rete senza dover interromperne l’attività”. A questo vanno aggiunti tutti i benefici derivanti dall’avere a disposizione una tecnologia dalle prestazioni più elevate. “La banda è aumentata nell’ordine di decine di volte rispetto al recente passato, passando da una connessione a 1 GB a diverse connessioni da 10 GB, con fondamentali miglioramenti in termini di velocità del traffico interno”. Tutte le filiali di Crif sono state quindi connesse con la sede di Bologna, da cui vengono erogati i servizi corporate.
A questo si aggiunge il vantaggio della gestibilità. “Grazie alla nuova infrastruttura abbiamo centralizzato tutto il possibile”, aggiunge Marino. “Pochissime console di gestione ci permettono di agire su più punti e su più livelli della rete”. Senza contare il valore aggiunto del poter disporre di una quantità maggiore di informazioni rispetto alla situazione precedente. “Ora siamo in grado di sapere che tipo di traffico transita sulla rete, di effettuarne il monitoraggio, di eseguire analisi di performance, di operare attività di troubleshooting in maniera più veloce, agevole ed efficace”.
Una conseguenza di tutto ciò può essere individuata anche nell’aumento del tempo a disposizione degli amministratori di rete. “Abbiamo guadagnato in termini di impegno, considerando che impieghiamo meno tempo e risorse per effettuare operazioni che eravamo tenuti a svolgere anche prima”, chiarisce Marino. “Per quanto riguarda l’analisi di un problema, da quando si presenta a quando si identifica la soluzione, impieghiamo almeno 30% del tempo in meno”.
Ma, in generale, anche se i benefici ottenuti non rispondono a criteri facilmente misurabili, affidabilità e stabilità si percepiscono nell’indotto e nelle performance dei servizi erogati da Crif. “Benché non sia sempre immediato – per i non addetti ai lavori – far corrispondere il miglioramento dell’operatività con le operazioni di adeguamento dei sistemi IT”, dichiara Romagnoli, “l’apporto complessivo di chi gestisce la tecnologia per il gruppo Crif è stato percepito come un fattore chiave della crescita di cui la società si è resa protagonista.
Non a caso, la soddisfazione riveste anche il rapporto professionale instaurato con VEM sistemi, ormai attivo da diversi anni. “VEM sistemi si è dimostrato un ottimo business partner perché non solo ha portato a termine l’installazione nei tempi e con le modalità attese ma è stato presente durante la delivery del progetto ed è stato sempre disponibile ad accogliere le nostre richieste, pur trattandosi di esigenze del tutto nuove rispetto a scenari aziendali standard”, aggiunge Marino.
Un ulteriore aspetto decisivo per la riuscita del progetto consiste nella capacità di VEM di coinvolgere, sin dalle fasi di ideazione del progetto, il team di supporto. “Questo ci consente di evitare passaggi di consegne tra le fasi di progettazione, delivery e assistenza post-vendita e di instaurare con i nostri clienti un rapporto omogeneo lungo tutto il ciclo di vita della nostra attività di consulenza”, sottolinea Attanasio. “Crif ha a disposizione, oltre alla nostra professionalità e competenza, anche persone che conoscono alla perfezione la tecnologia implementata”.
VEM ha infatti interpretato al meglio le esigenze di Crif a partire dalla fase progettuale, presentando un disegno rispondente ai requisiti del gruppo. “Si trattava di necessità complesse considerando la nostra dimensione, le nostre peculiarità e il settore a cui apparteniamo”, conclude Romagnoli. “Trovare un partner in grado di comprendere un ambiente come il nostro, fortemente business critical, nel mercato finanziario, con esigenze di grande stabilità e flessibilità non era facile, nemmeno su scala nazionale. La capacità di aver compreso il nostro desiderio di trasformazione del business in un progetto esecutivo e funzionale a ciò è un merito davvero importante”. Il valore di VEM è stato anche quello di supportare Crif in fase di esecuzione del progetto. “VEM è riuscita a porsi anche da intermediario con i fornitori degli apparati scelti, mettendosi al nostro fianco per trovare la soluzione migliore. Questo ha fatto la differenza”.
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