Vem Sistemi è una storica tech company di Forlì, co-fondata nel 1986 da Vittorio Valentini, tutt’ora presidente del gruppo, animato da una forte passione per l’elettronica e la tecnologia. I primi anni si caratterizzano per un’attenzione quasi esclusiva alla parte hardware dell’IT, in particolare alle reti e alle infrastrutture fisiche per il funzionamento dei Data Center. Poi, parallelamente allo sviluppo dell’informatica, il focus si allargherà fino a renderla un system integrator, fortemente riconosciuto a livello regionale.
Quando poi nel 2011 le redini operative dell’azienda passano in mano a Stefano Bossi, in qualità prima di Direttore Generale e poi di Amministratore Delegato dal 2014- a seguito di un leverage & management buyout sul 95% del capitale – Vem assume progressivamente sempre più importanza a livello nazionale, imponendosi come uno dei player più innovativi in tutte le declinazioni dell’Ict. Ad oggi, l’azienda conta 6 sedi, tra cui un nuovissimo headquarter a Forlì che ospita più di 600 mq di experience center, oltre 270 dipendenti, 2 controllate, un portafoglio di circa 800 clienti e partner da tutto il mondo. Tutto questo, insieme alle ottime performance che l’hanno caratterizzata negli anni, ne hanno fatto una delle nostre aziende Champions.
Entrando nello specifico dei numeri, Vem nel 2019 è arrivata a registrare un fatturato di oltre 58 milioni, con un tasso composto di crescita annua (CAGR), nel periodo 2013-2019, del 12,23%, un margine operativo lordo (l’Ebitda) di 11,9 milioni, 20,58% dei ricavi, e un utile netto di 8,18 milioni. Dal punto di vista finanziario, la situazione è anche migliore, con la posizione finanziaria netta che si attesta a 11,9 mln, a testimoniare che l’azienda ha una forte disponibilità di cassa, ed è poco indebitata. Il tutto si è tradotto in un rating More di A il secondo miglior valore possibile.
Nel 2020, le misure restrittive messe in atto per arginare la pandemia hanno colpito duramente molti settori. Questo, di riflesso, ha colpito anche Vem: “Con la forte incertezza legata al contesto pandemico, le prime cose che saltano sono gli investimenti. A maggio uscivamo da una situazione non semplice”, dichiara Bossi. Tuttavia, i mesi successivi al lockdown sono stati caratterizzati da una fortissima ripresa, tanto da registrare performance migliori di quelle del 2019. Ciò ha permesso non solo di tornare ai livelli di fatturato del 2019, ma addirittura di superarli, attestandosi a 60,1 milioni. “Nella seconda parte dell’anno – continua Bossi – abbiamo vissuto una primavera. A inizio anno, prima ancora che scoppiasse l’emergenza Covid, ci aspettavamo un consolidamento del giro d’affari sui livelli del 2019. Invece siamo riusciti, nonostante tutto, a registrare una crescita del 3,5%”.
Migliora anche la posizione finanziaria netta, che si porta a 15,4 milioni grazie al mantenimento della linea perseguita già negli anni passati: “Ogni anno, la maggior parte degli utili viene portato a nuovo, così da poter migliorare continuamente la nostra posizione finanziaria. Questo ci permette non solo di ottenere finanziamenti in maniera più semplice e veloce, ma anche di avere liquidità per supportare la crescita commerciale”, dichiara Bossi. Non migliora invece la marginalità , questo “per supportare anche nella fase di emergenza pandemica la trasformazione digitale accelerata dei nostri clienti – continua Bossi – soprattutto, perché l’azienda anche nel 2020 ha continuato ad investire sul piano assunzioni, riducendo in modo trascurabile il MOL, ma rafforzando l’azienda per il futuro sia in termini di produttività sia in termini di competenze”.
Per il 2021, le nuove restrizioni legate alla terza ondata “stanno rallentando molto i processi di investimento. Tuttavia, la prospettiva non è più quella del 2020 grazie alla presenza dei vaccini, che creano un moderato ottimismo sulla possibile ripresa. L’obiettivo è di crescere, ma sempre in consolidamento”, conclude Bossi.