Come gli scenari moderni richiedano un approccio cloud-native per eseguire applicazioni scalabili, dinamiche e facilmente gestibili
A cura di Andrea Margheritini, Infrastructure Programmability & Automation Team Leader
La nostra è un’epoca che trova il suo più profondo significato nella parola tempo.
É un’epoca che corre, caratterizzata da cambiamenti veloci, dalle famose richieste “per ieri”, segnata da trasformazioni che a volte ci colgono di sorpresa o peggio ancora impreparati. Trasformazioni ad effetto valanga, in cui una inevitabilmente trascina subito dietro l’altra e così pervasive che non possono fermarsi al solo aspetto tecnologico, ma che cambiano irreversibilmente la nostra società.
É in questo scenario così mutevole, concatenato e complesso che il settore IT, e tutti coloro che ne gravitano attorno, si trova a ricoprire un ruolo sempre più da protagonista nel processo di trasformazione socio-economica. Affrontare decisioni tecniche diventa un problema organizzativo, di efficacia ed efficienza sul business. È quindi importante avere al proprio fianco un partner fidato che possa accompagnare le scelte più complesse grazie alla propria competenza e conoscenza della realtà in cui viviamo.
L’approccio di VEM al mondo cloud è quello di sviluppare una propria identità chiara e matura, in grado di guidare la trasformazione e l’evoluzione digitale dei propri partner, in un percorso bidirezionale ed aperto con ognuno di essi.
La mission è quella di offrire la visione e le competenze necessarie per guidare e supportare le organizzazioni dei nostri partner nel creare ed eseguire applicazioni scalabili in ambienti moderni e dinamici come cloud pubblici, privati e ibridi, in cui i blocchi primitivi e fondamentali sono elementi come container, service mesh, microservizi, infrastruttura immutabile e software defined, API dichiarative e sicurezza.
Questi strumenti offriranno la possibilità di introdurre applicazioni e servizi sempre più resilienti, facilmente gestibili e osservabili, superando i limiti tecnico organizzativi attuali incapaci di supportare adeguatamente i processi moderni che, come anticipato nelle prime righe, trovano la sfida maggiore nella propria tempestività.
L’obiettivo principale delle applicazioni cloud-native è infatti quello di essere scalabili, resilienti e facilmente gestibili in modo assolutamente agnostico rispetto al luogo fisico o virtuale da cui vengono eseguite.
Per la strategia distintiva di VEM, la parola cloud-native si concretizza nei seguenti elementi costituenti e abilitanti:
- Architetture a microservizi: le applicazioni vengono scomposte in servizi autonomi, ognuno con il proprio ciclo di vita, che possono essere sviluppati, distribuiti e scalati in modo indipendente. Ciò favorisce la flessibilità, la modularità e la facilità di manutenzione delle applicazioni.
- Containerizzazione: le applicazioni vengono impacchettate in contenitori isolati, che includono tutto ciò di cui hanno bisogno per essere eseguite, come il codice, le dipendenze e le configurazioni. L’utilizzo di container semplifica la distribuzione, il ridimensionamento e la gestione delle applicazioni cloud native, nonché la sicurezza con cui queste vengono eseguite
- Orchestrazione dei container: viene utilizzato un orchestratore, come ad esempio Kubernetes, per gestire e coordinare l’esecuzione dei container all’interno di un ambiente cloud. L’orchestrazione automatizza il deployment, la scalabilità e la gestione delle applicazioni distribuite su più nodi.
- Automazione e DevOps: l’automazione è un aspetto chiave nell’approccio cloud-native, così come la semplificazione della distribuzione e gestione delle applicazioni, promuovendo la collaborazione tra gli sviluppatori e gli operatori IT (DevOps).
- Elasticità e scalabilità: le applicazioni cloud native sono progettate per scalare orizzontalmente, per gestire in modo efficiente picchi di carico e aumentare o diminuire la capacità di calcolo in base alle esigenze. L’elasticità consente di utilizzare in modo ottimale dove e come usare le risorse, siano esse in cloud o all’interno delle nostre organizzazioni, garantendo prestazioni affidabili e tempi di risposta rapidi.
Dati questi elementi, VEM ha stretto una partnership strategica con RedHat in quanto accomunati dalla stessa idea di un futuro in cui un modello ibrido, aperto e collaborativo consenta davvero alle organizzazioni di effettuare e completare quel salto quantico necessario e di cui sono alla ricerca.
La piattaforma di orchestrazione kubernetes di RedHat, chiamata Openshift, non è solo un prodotto, ma uno scenario aperto, costruito dalla comunità e da RedHat per dare concretezza alla dimensione del cloud-native con un approccio ibrido e teso all’abbattimento dei silos grazie all’ adozione strutturale delle logiche più efficaci ed efficienti introdotte dalla metodologia DevOps.
In questo quadro, la dimensione fisica della propria server farm si deve necessariamente fondere con quella degli hyper scaler per creare un’unica infrastruttura software defined capace di garantire un processo decisionale integrato e flessibile.
Con RedHat Openshift possiamo finalmente rendere disponibili i benefici ai nostri clienti tutti i benefici e i vantaggi che un approccio cloud-native è capace di apportare, garantendo, da un lato, una grande facilità di gestione delle infrastrutture in fase di operation, siano esse in cloud o on-premises, e dall’altro, l’adozione delle tecniche DevOps alla scrittura di software, come l’impiego di un approccio basato su pipeline CI/CD. Inoltre, grazie a RedHat Openshift potremo essere protagonisti ed artefici delle nostre scelte, perché OpenShift nasce come soluzione infrastrutturale capace di trascendere gli spazi fisici e perché, trattandosi di un prodotto aperto, è possibile contribuire direttamente allo sviluppo di una visione sempre più moderna e al passo coi tempi. A corredo, la piattaforma RedHat Ansible Automation si è dimostrata quanto di più adeguato in termini di adattamento alle esigenze esterne, consentendo alle nuove infrastrutture IT di modellarsi attorno a quelle dei nostri clienti, e non viceversa.
In questo modo a completarsi non è quindi solo la visione cloud-native di VEM, ma anche quella di RedHat stessa, che trova in VEM un partner capace di porre a fattore le necessarie competenze che attraversano tutte le complessità della intera filiera di valore IT che pone al centro il cliente e le proprie esigenze primarie di servizio, dalla continuità, alla performance e al costo.
Una visione strategica di VEM che vedrà protagonista anche l’adozione strutturale di una consistente dose di automazione, non solo nativamente inclusa in tutti i prodotti e le soluzioni identificate, ma anche prodotta direttamente da VEM, grazie ad un team di persone con competenze trasversali capaci di rendere la tecnologia sartoriale.
In conclusione, se davvero la nostra è un’epoca senza tempo, il nostro obiettivo è proprio quello di ri-acquistarlo, tornando a valorizzare il singolo essere umano, come l’unico capace di ideare e creare nuovi mondi e possibilità.